Civico  Museo  d'Arte  Moderna

  

ARTISTI

Emanuele  CAVALLI

Lucera 1904 – Firenze 1981

Si trasferisce a Roma nel 1921 per frequentare l’Istituto Artistico Industriale e lo studio del pittore Carena e la sua casa di Anticoli, luogo di vivace attività culturale. L’insegnamento dell’artista è seguito anche da Capogrossi, amico e compagno di strada, con cui Cavalli espone nel 1927 insieme anche a Di Cocco presso la pensione Dinesen, suscitando un notevole interesse.

La sua ricerca pittorica negli anni di formazione è volta a un sensibile cromatismo e a un’essenzialità lineare, improntata ad una composizione di matrice classica. I soggetti iniziali sono anche quelli che lo accompagneranno per tutta la vita: nature morte, nudi, figure, ritratti, paesaggi.

L'Autoritratto del 1927 è un quadro giovanile ancora nel pieno delle ricerche sulla luce compiute da Cavalli accanto a Felice Carena. Del 1928 è l’importante viaggio a Parigi dove rimarrà un anno entrando in contatto con De Chirico, Sciltian, Savinio, De Pisis ma soprattutto con Fausto Pirandello con il quale espone insieme a Di Cocco al Salon Bovy e che rimarrà suo amico per anni. Al sodalizio artistico di Cavalli e Capogrossi si unisce nel 1932 Corrado Cagli. Il piccolo gruppo di tre pittori, costituitosi in movimento artisticamente attivo, espone opere che testimoniano la nascita del tonalismo romano" indirizzo estetico e pittorico che trova in Cavalli uno degli interpreti più raffinati e che portano effettivamente una ventata di rinnovamento nel clima artistico del momento. Nell’ottobre del 1933 Capogrossi, Cavalli e Melli (in veste di critico) stilano insieme il "Manifesto del Primordialismo plastico" che verrà poi definito tonalismo dalla critica, in cui esprimono le loro idee sulla pittura tonale, con una forte accentuazione del lato spirituale e astratto dell’operazione pittorica. Del 1933 è il dipinto L’AMICIZIA che fu esposto, appena realizzato, alla Galleria Bonjean di Parigi dove Cavalli si presentò insieme a Capogrossi e Cagli ed esposto successivamente nel 1935 alla Quadriennale di Roma. Nello stesso anno Cavalli si sposa e si stabilisce ad Anticoli Corrado nella casa che era già stata di Carena e probabilmente, visto che in quell’anno si istituiva il Museo del paese, l’artista donò in quell’occasione l’opera.

Gli anni 30 segnano la fase migliore della sua produzione caratterizzata da pochi e scelti toni cromatici essenziali ed è allora che Cavalli sviluppa il tema del rapporto pittura – musica: i volumi, le pause, i ritmi si intessono musicalmente e si costruiscono attraverso pochi e sceltissimi toni di colore; la musica sinfonica e da camera al pari della sua pittura riconosce fondamentale al "tono". L’opera Mattino del 1935 è una delle più significative del lavoro di Cavalli durante gli anni 30 mentre Bagno nel fiume del 1937 esposto alla Biennale di Venezia del 1938 evidenzia al massimo la tendenza a una narrazione via via spogliata dal superfluo

In occasione della Quadriennale del 1943 Cavalli presenta nove opere aventi per soggetto la medesima figura femminile in colori e atteggiamenti differenti come una "raccolta di preludi e fughe nei toni maggiori e minori". Tra queste la Figura-grigio . nella quale la donna è ritratta di spalle con un panno tra le mani, secondo un accordo di toni freddi orchestrato sulla gamma dei grigi e azzurro polvere per esprimere, in questo caso, un'atmosfera psicologica introspettiva e tendente alla contemplazione.

Nel 1945 ottiene la cattedra di pittura all’Accademia di Belle Arti di Firenze e si trasferisce con la moglie nel capoluogo toscano. Il 1949 con il mancato rinnovo dell’incarico di insegnamento, segna l’inizio di una profonda crisi, a cui non è estraneo l’orientamento in senso astrattista che i suoi primi compagni di viaggio, Cagli e Capogrossi , iniziavano allora a seguire.

 

 

 

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